liberi cantieri di sbarrax
al sapein
al sapein

al sapein

ho comprato una zappino (“lo zappino”, al sapein lo chiamava mia nonna)

era il suo strumento preferito, riusciva praticamente a fare di tutto con quello, era il jolly degli attrezzi per l’orto

quell’orto che era un mondo, alla periferia di piacenza, dove io mi limitavo a spesso a appoggiare la canna per riempire le canale dei pomodori o delle zucchine, formate tra quei prosolini a argine per raccogliere l’acqua

ho comprato lo zappino e ci ho fatto un gran lavoro nel mio piccolo giardino,
oltre ai grandi ricordi di questa piccola persona che sono,
le lacrime nella terra,
la gioia del suo odore,
il legno dell’attrezzo che ti leviga le mani e i piccoli calli che insorgono


l’é trop bel, al me sapein


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