liberi cantieri di sbarrax
Eh ora nevica
Eh ora nevica

Eh ora nevica

Nei pochi chilometri che mi portano al treno quotidiano, imbottigliato in un traffico maldestro e pasticcione, vado a singhiozzo e penso, nelle soste gelide, a questo nevischio pallido, al cemento e all’asfalto, a dei gesti che visti da un osservatore esterno, molto esterno, diciamo uno che viene dal Borneo, per estremizzare, sembrano francamente avulsi dalla natura.

Che cosa è la natura? Non esiste più una natura, bensì esiste una propria natura, ognuno si è creato la propria versione, e poi qualcun altro ne usa definizioni per giustificare le proprie paure e le repulsioni, usando il termine “contro natura”.

Quindi credo tutto ciò sia folle e non nei termini di Mr. Robot che, si, ci prende quando ci fa notare le paranoie della schiavitu’ digitale alla quale ci siamo comodamente consegnati e arresi, bensì la costruzione di tutta questa società di cemento, grigia, dove terra e vegetazione spuntano clandestini in porzioni di pianeta soffocate. Stiamo facendo nascere e crescendo figli che hanno una concezione del mondo totalmente artificiale. Alleviamo animali in un bilancio del tutto insostenibile, per mangiarli in un surplus di calorie che non ci servono, perché in realtà il nostro obiettivo è essere comodi, farci arrivare pacchetti di cazzate inutili a casa, facendo viaggiare camion che bruciano merda di gasolio per niente di indispensabile.

Tutta follia di cui sono pienamente partecipe e complice anche io.

La cosa interessante è che, dato che “non possiamo cambiare una situazione più grossa di noi”, ci rassicuriamo, siamo tranquilli, e ci diamo dentro a consumare questa follia.

Riflettere sui problemi e ragionare per risolverli è un consumo di calorie non compatibile con questo mercato a cui attingiamo.

Ci siamo assopiti, e non al caldo di una coperta guardando la neve che scende.

E la neve – ormai farlocca in pianura padana – che qualche politicante negazionista (senza pudore proprio) utilizza per gonfiare un soufflé fragile di teorie sulla non esistenza del riscaldamento globale, ormai è un gadget da vendere a pochi consumatori di lusso delle vacanze bianche sulle Alpi o in Colorado.

Non ci sono complotti, c’è la realtà che noi viviamo, sono tutte cose osservabili quelle che scrivo. Anche se è più comodo vedere solo ciò che ci fa piacere.

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