liberi cantieri di sbarrax
il conto alla rovescia
il conto alla rovescia

il conto alla rovescia

Giovanni Guzzetta, Presidente del Comitato Promotore dei Referendum sulla legge elettorale, manda agli iscritti questa mail con l’intento di tener viva l’attenzione su qualcosa che certamente non dobbiamo dimenticarci: il referendum sulla legge elettorale.

La tanto millantata semplificazione del panorama politico non è certo sufficiente a garantire stabilità politica nel futuro; è necessario lo smantellamento di questa penosa legge elettorale e resta la priorità massima di far scegliere ai cittadini chi mandare in parlamento, e non le segreterie di partito.

Carissima/o,

Mancano meno di 300 giorni alla data limite per l’indizione del referendum
per il quale, anche con il tuo aiuto, abbiamo raccolto 820.916 firme.

Come sai il referendum è stato rinviato perché la legge prevede che ciò
accada nel caso di elezioni anticipate. La ragione del rinvio è quella di
consentire al nuovo Parlamento di intervenire tempestivamente.

Purtroppo il nuovo Parlamento a tutto pensa tranne che ad intervenire.

Nessun dibattito serio sulla legge elettorale è stato avviato. Il ceto
politico ha incassato il bonus di un anno per prendere tempo,
schiaffeggiando impunemente tutti quei cittadini che hanno raccolto le firme
ed i tanti milioni che, se si andasse a votare, sommergerebbero di sì i
tanti burocrati della politica che lucrano su una legge che ha espropriato i
cittadini di ogni potere di scelta.

Ovviamente, a costo di sfiorare il ridicolo, da una parte e dall’altra si
adducono scuse più o meno risibili per eludere il problema. Ne cito solo
due.

La prima: “ormai la semplificazione del quadro politico determinatasi con le
ultime elezioni ha reso il referendum inutile”

La seconda: “Le riforme istituzionali non interessano a nessuno, la priorità
è l’economia”

Si tratta di argomenti uno più pretestuoso dell’altro.

Il referendum è oggi ancora più utile di prima. Innanzitutto perché la
semplificazione è già stata in parte abiurata dagli stessi che l’avevano
auspicata. In secondo luogo perché anche le mini-coalizioni che si sono
formate esibiscono gli stessi difetti di quelle di prima. Non passa giorno
in cui tra Lega e PDL e tra PD e IVD non emergano conflitti, ricatti e
divergenze. L’ultimo ricatto è quello della Lega che ha di fatto imposto ad
An di mollare il proprio sostegno al referendum. Più chiaro di così?

Il nostro obiettivo “una lista, una maggioranza, un governo stabile” rimane
perciò ancora da raggiungere.

A ciò si aggiunge che nessuno parla del secondo referendum. Quello sulle
pluricandidature. Anche questo referendum è, nella sua formulazione
condizionato dalla logica impostaci dalla natura abrogativa del quesito.
Esso tuttavia ci consente di intervenire, ancorché parzialmente, sul secondo
limite del “Porcellum”: la sottrazione ai cittadini della possibilità di
eleggere i propri rappresentanti. Se fosse nella nostra disponibilità noi
saremmo intervenuti sulla lista bloccata.Essa infatti mette nelle mani dei
politici la nomina dell’intero corpo parlamentare. Anche se parziale, il
quesito sulle candidature multiple ha un’importanza concreta fondamentale.
Vuole evitare la possibilità di candidature civetta: presento tizio, ma poi
viene eletto Caio perché tizio ha optato per un altro seggio. E così dietro
ai candidati più popolari spuntano sconosciuti uomini di apparato, che
non avrebbero mai avuto la forza di farsi eleggere da soli. Le candidature
plurime impediscono di conoscere quali sono i candidati effettivamente
destinati alla elezione.

Anche alle ultime elezioni più di cento parlamentari “trombati” sono stati
ripescati con il sistema delle candidature multiple. Questo bubbone, l’unico
sul quale la forma abrogativa del referendum ci consente di intervenire fa
il paio e perfeziona la logica della blindatura delle liste (le liste
bloccate). Abbiamo un Parlamento in cui si accede non perché si è scelti dai

cittadini, ma perché si è “graditi” e ci si è piegati ai voleri di cinque o
sei capi partito, il
cui obiettivo è avere persone fedeli e ubbidienti, che diano il meno
fastidio possibile.

I nostri non sono parlamentari eletti, sono dei “prescelti” sulla testa dei
cittadini. Nominati al posto dei cittadini

Non abbiamo difficoltà a riconoscere che il voto di preferenza non è il
metodo per consentire la selezione dei rappresentanti. Esso è sicuramente di
qualità inferiore al collegio uninominale non foss’altro che per la maggiore
prossimità che questo assicura tra elettori ed eletti in ordine alla
possibilità di conoscenza e riconoscimento reciproco. Eliminarlo a favore di
una lista bloccata che, senza trasferisce ai partiti un potere che non
appartiene loro (e senza primarie obbligatorie per legge) è tuttavia un
sicuro e grave restringimento della democrazia. Anche per questo guardiamo
con allarme e apprensione ai contatti tra i principali partiti che si
propongono di introdurre la lista bloccata anche nelle elezioni europee con
l’obiettivo di rafforzare il potere di organi quali quelli di vertice dei
partiti privi spesso di adeguata legittimazione democratica.

L’argomento della priorità economica è il più insidioso. Nessuno dubita che
la crisi economica sia la priorità. Il problema è però un altro. Le nostre
istituzioni e una classe politica così selezionata, sono in grado di
affrontare adeguatamente questa crisi? Forse, sull’onda dell’emergenza, si
riuscirà a realizzare qualche soluzione tampone, che ci faccia andare avanti
qualche mese, ma i problemi di fondo di un paese bloccato dall’immobilismo e
dalle caste di ogni genere certamente non potranno essere risolti.

Se vi dicono che la riforma delle istituzioni non è una priorità, perché il
problema è l’economia, domandate come mai abbiamo la classe politica più
pagata dell’occidente e il paese più povero tra quelli industrializzati!
Domandate perché, di fronte alla crisi economica globale che colpisce tutti,
l’Italia è il paese che se la passa peggio! Domandate perché, benché la
crisi sia la stessa per tutti, gli altri paesi continueranno comunque a
crescere almeno il doppio dell’Italia!

Non riceverete nessuna risposta perché il vero problema è che se la politica
non funziona, l’economia andrà sempre peggio e chi lo nega mente, sapendo di
mentire….

Entro 300 giorni il referendum si dovrà fare. E’ iniziato il conto alla
rovescia.
Stiamo predisponendo una serie di iniziative per sensibilizzare l’opinione
pubblica e confutare la disinformazione dilagante.

Ti scrivo perché ho bisogno del tuo aiuto.
Riattivare la rete di sostenitori del referendum è fondamentale, anche
perché, purtroppo, non possiamo contare sull’informazione pubblica che è
complice della congiura del silenzio intorno al referendum.

Quando i cittadini vengono esclusi, solo i cittadini possono riprendersi lo
spazio che è loro negato.

Per questo è importante sapere se possiamo contare su di te.
Molti in questi giorni, a destra e a sinistra, si stanno dimenticando il
referendum, dopo averlo sostenuto,alcuni purtroppo un po’
opportunisticamente. Me lo aspettavo. Così come mi aspetto che molti
torneranno non appena fiuteranno che il tema riprende vigore nell’opinione
pubblica.
Adesso chiedo a te: DIMMI SE HAI CAMBIATO IDEA!
Dobbiamo rimboccarci le maniche ed avere quella pazienza lunga che possa
farci arrivare al voto con il sostegno di tanti ai quali possiamo arrivare
solo grazie all’impegno capillare dei cittadini comuni che ci hanno
sostenuto.

Dicci che non hai cambiato opinione e che anche tu non sei tra quelli che
hanno voluto dimenticare questa battaglia. L’unica che possa dare uno
scossone alla nostra Italia così sciupata.

Abbiamo anche bisogno di un sostegno finanziario. Non ti chiedo una grande
somma, ma se ciascuno potesse dare un contributo potremmo raccogliere quanto
ci serve per andare avanti nei prossimi mesi.
ANCHE PERCHE’, COME SAI, IL COMITATO PROMOTORE NON HA RICEVUTO IN PASSATO E
NON RICEVE ATTUALMENTE NESSUN TIPO DI FINANZIAMENTO PUBBLICO.
Sul sito del referendum (www.referendumelettorale.org) troverai tutte le
informazioni.

Fai circolare questa lettera a tutti i tuoi conoscenti.

IMPEGNAMOCI INSIEME PER VINCERE INSIEME.

IL CONTO ALLA ROVESCIA E’ INIZIATO.

Giovanni Guzzetta

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